Anchorage

Ad Anchorage giungiamo prima di sera (sera per modo di dire dato che a queste latitudini non è mai completamente buio). Pernottiamo in un grande albergo, il “Captain Cook“, e la mattina dopo guadagniamo l’aeroporto con un pullman di servizio messoci a disposizione, manco a dirlo, dalla Princess Cruises.

Il ritorno a Vancouver

L’aereo ci porta di nuovo a Vancouver dove ci aspetta un altro albergo per pernottare. Essendo l’ultima sera che ci rimane da trascorrere in terra straniera decidiamo di festeggiare: cosa c’è di meglio di un bel ristorantino che si affaccia sul mare, godere di una fantastica vista della città con i suoi grattacieli tutti illuminati che si scorgono in lontananza e consumare dei piatti gustosissimi serviti da graziose, ma veramente graziose, cameriere? Ogni tanto qualche piacevole “extra” ce lo potremo pur permettere, che diamine!

Il giorno dopo abbiamo l’aereo per Londra. Avendo mezza giornata libera prima della partenza, ne approfittiamo per fare una bella passeggiata scoprendo altri angoli suggestivi di questa bella città.

Prima, però, consumiamo una deliziosa colazione in un “Starbucks Coffee” che fa parte di una catena di bar presenti in ogni angolo del continente americano ed in gran parte dei paesi europei, escluso l’Italia, non capisco poi il perché.

Si torna a casa. Direzione Londra.

Giungiamo all’aeroporto con un paio d’ore in anticipo per il disbrigo, con la dovuta calma, delle complicate operazioni prima del volo, che ci porterà a Londra. Anche il girovagare per quegli immensi aeroporti ha i suoi lati positivi. Oltre ad imparare a muovermi con disinvoltura in quei grandi ambienti “internazionali”, mi trovo immerso in situazioni molto diverse dalla normalità e devo dire che tutto ciò lo trovo estremamente interessante ed istruttivo.

Il volo verso l’Europa è molto lungo. Cerco di ingannare il tempo alzandomi continuamente per vedere dal finestrino se si scorge qualcosa di interessante, ma per tutto il tragitto il tempo è brutto e non si vede altro che nuvole. Migliora quando arriviamo in vista della costa europea, e ci permette di ammirare qualche bello scorcio di campagna inglese, verdissima e ordinata, prima dell’atterraggio, senza farci mancare qualche bel vuoto d’aria, nell’aeroporto di Heathrow nei pressi della City.

Ultima tappa: Pisa.

Per prendere l’ultimo volo che ci porterà a Pisa, dobbiamo raggiungere con un pullman, un altro aeroporto distante una quarantina di chilometri: è l’unica situazione un po’ stressante di tutto il viaggio. Va bé, supereremo anche questa… Infatti “l’intoppo” ci viene ripagato (con gli interessi) poco dopo: la magnifica vista delle Scogliere di Dover, nitide e bianchissime sembrano salutarci prima di tuffarci sull’Europa continentale.

Com’è piccolo il mondo… in un batter d’occhio stiamo già sorvolando le Alpi. La Valle d’Aosta mi appare familiare anche guardandola da diecimila metri d’altezza. Ad una ad una riconosco tutte le principali vette della catena del Monte Bianco. Il pilota effettua ampie virate permettendoci di ammirare quello spettacolo maestoso. E’ un mare di vette innevate, che si inseguono lungo il corso della Dora Baltea. Salto da un finestrino all’altro: riconosco la Grivola, il Gran Paradiso, il Monte Rosa… La nostra”Alaska” scorre sotto i miei occhi… Dio mio quante emozioni…
A Pisa ci aspetta un bel tramonto sul mare. Siamo arrivati a casa.

Credo che questo viaggio meraviglioso rimarrà scolpito per sempre nella mia memoria. Ho visitato luoghi fantastici, ho visto montagne altissime, enormi ghiacciai, grandi fiumi, immense foreste, panorami sterminati, strade che sembrano portare alla fine del mondo…

Basta, non mi vengono in mente altri aggettivi per descrivere l’indescrivibile. Veramente di cuore, auguro a tutti gli amanti della natura selvaggia di poter visitare l’Alaska. E’ un paese splendido. Da parte mia, per concludere, posso dire che è un viaggio che rifarei molto ma molto volentieri.

Piero Mazzoni

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